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HAMELOH - Dead Lake

by Trasponsonic Records

/
1.
Elements 04:39
2.
Cavash 05:59
3.
4.
5.
Mojo 05:39
6.
7.
Deepweeze 03:23
8.
Enetis 06:39
9.
Taklaman 05:49
10.

about

HAMELOH "DEADLAKE"

Artwork by H.Schnier
Created,played,recorded and edited
by HameloH in Hamlabs during november 2006

credits

released March 21, 2007

Hameloh is a project born in the fall 2007
from the stomach of E. Campostorto(R.I.P.),
an analphabetical craft-entity working in a mushy forge.
HameloH plays in a forgotten deserted land in the middle of Sardinia between nuragic ruins
and modern failed industries.
HameloH plays handcrafted weirdblackambientfreefolkrock music.
Hameloh is the darkest uncounsciousness’s sonistry.
Hameloh is a freed hand’s vibe, ierophany of separated entrails.
All is made with full creative freedom.
Hameloh is music of situations,images,dreams and visions.
Hameloh is interpretation music, a sort of living soundtrack.
HameloH is a sort of redemption from all realities.
Hameloh is a chaotic and disharmonic dance,
prelude to order and harmony
that won’t see us living.
Hameloh is pure sound gaming.

Rovine Nuragiche e Industrie Fallite di Marco Carcasi

Elettricità sfrigolante, dislessie kraute martellate su corpo incandescente texano, hard ascensionale e cupe nevrosi industriali; acustico/elettrico/elettronico in perenne combustione spontanea.
Fissità ; flusso.
“Pathethilyc Ruins...” e “Deadlake”, sono due lavori di una bellezza accecante.
Fottutamente potente; a tratti travolgente.
Severità pagane ed accenti/rimandi, sessanta/settanta, singolari e di frontiera.
Sfilano in unica carrellata: Popol Vuh, This Heat e Van Der Graaf, Tony Conrad, Amon Duul, Public Image Ltd., avanti nel tempo, Current 93, Loop, Strobe, l`incedere ottuso degli Skullflower, l`hard rigoglioso di Motorpsycho, la personalità angolare di Legendary Pink Dots, la nuova carne liberata, la torbida, ispida sensualità di, Psychic Tv, le nevrosi anabolizzanti di Ministry e Nine Inch Nails; il baratro.
“Pathethilyc Ruins...” apre.
Brani rilucenti; rigogliosi florilegi floydiani ustionati in salsa Breathless/hard/folk.
Su tutti l`ostinata accelerazione di Good Morning Betrayer, deliquio puro, perso e strafatto fra nebbie lisergiche e mazzate hard.
Il rantolante ed agonico incedere di Fuzzy Ring Of Shadow, sbarramento sonoro sensualmente stradaiolo che annega in rotatoria fase punitiva e rituale.
Terra ferma che si oppone al mare, e poi vento, sole, ciclicità , orizzonte, buio, pietra, buio.
Sul ciglio; in bilico.
“Deadlake” poi ottunde ulteriormente, Elements apre ed ammalia, creatura bastarda sul serio questa, mutazione ombrosa, fra ritualità Virgin Prunes e battito Pan Sonic in salsa devozionale; conturbante.
Cavasi come contatto ipotetico fra alto e basso, martellare hard su brioso passo da fenicottero industriale con lussureggiante coda cosmica.
Qualcuno possiede il numero di telefono di Julian Cope?
Lascia una sensazione tattile fra le dita, salmastra, di corpi goduti, possiede l`inebriante senso della visione, è vertigine fatta aria ed intrappolata nella carne.
Il divampare della semplice e commovente Wet Mountain, Popol Vuh, qui, ancora; un istante.
Bad-Assemblied-Toy, come sopra; qualcuno ha il numero di telefono di Lynch?
Ho qualche dritta da dargli per la sua prossima colonna sonora.
Strepitoso scat vocale innestato su corpo mutante rock`n`roll alla Ministry.
Di nuovo fra alto e basso, Cash annuisce, e se auscultata avrebbe senz`altro coverizzato (percentuale attendibile 1 su 5).
Ballata da casa in fiamme è poi Mojoh, terribile ed ottusa, Bark Psychosis in punitiva reiterazione al rallentatore Swans.
Cado in difficoltà di fronte a Deepwheeze, non è nulla, uno squarcio ambient, Eno al cubo chitarristico, Main in controluce, delle lacrime anche, nulla, delle nuvole, oggi.
Il sole, io, questa Domenica di febbraio, Elena che cucina, divampare, This Heat prima, poco, sul finire.
Steve Von Till per non dire Neurosis.
Sul fondo.
Materiale emozionalmente infiammabile.
Herzog pure ad avercelo a portata di mano...
Abbiamo Muccino e le sue lingue in bocca adolescenziali, credo non sia lo stesso.
“Pathethilyc Ruins...” e “Deadlake”, sono ne più ne meno, due reperti, temporalmente non catalogabili, dai colori accesissimi, che non ne vogliono sapere di esser riposti sotto una teca in un museo, vogliono rimaner custoditi nella terra, vegliarne il passaggio delle stagioni, assaporarne l`umidità temporalesca; potersi disgregare.
La dissoluzione non può che palesarsi sotto forma di nube ambient/tribale, Zoviet France ed SPK che solidificano intorno a nucleo rigoglioso Talk Talk.
L`ascensione.
Hameloh mi rende insicuro.
Le mie parole, credo non bastino.
L`universo è carne mutevole.
Hameloh ne è parte.

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