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MSMiroslaw - The AaAge of warm asylum

by Trasponsonic Records

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about

The AAAge is now...
Signs, sounds and symbols. Different cultures, mysterious sound textures, animist songs reveal healing rites that dig into the womb of mother earth. The anthropewarrior overcomes disturbing events through the power of water, the sounds of nature and the exorcism of dance, announcing impending rebirths.

Elisabeth S.


Recorded in 2020 at Nasprias Cave
Played and produced by
MSMIROSLAW -synths, drums, samples, trumpet-

Dedicated to all "Asylums"

credits

released October 31, 2020

SARDEGNA MUTANTE

MSMiroslaw -The AAAge of Warm Asylum.»
CD Trasponsonic * 41:45:07

Trasponsonic è patrimonio nazionale.
Se ne iniziò a parlare molti anni fa. Di Samantha Soames, ad esempio, si trattò nel n°24. Ad un certo punto percepimmo una specie di mutazione, nostra idea forse, intorno al 2005, giù di li, all'apparire di entità quali Hermetic Brotherhood of Lux-O. Era il tempo in cui il fenomeno ele sue singole manifestazioni avevano cominciato ad avere un riscontro più ampio, anche all'estero.Il percorso di MSMiroslaw, che fa parte di questa seconda onda, è stato seguito con dedizione, si vedano i numeri 181,198,217 e 244. Forse, nel corso degli anni il lato weird del collettivo (Samantha
appunto ma anche Pinolo oppure 8 Afrodisiaci Fatti Casa) si è perso, mentre quello misterico, psichedelico, meta-industriale e para-storico si è evoluto,rafforzando l'immaginario sonoro di una Sardegna alterata (qual'è davvero,direbbe qualcuno), un laboratorio antropo-sonoro dove trova asilo una diversità creativa che lancia messaggi e segnali da un confino-rifugio.
Oggi qui, con la dilatazione espressiva dei Main, sorge un'alba violacea,undici minuti di elettronica laminata che schiudono orizzonti invernali, lo sguardo scandito da un ritmo ieratico (The Winter-Maria Sabina and the Tuvinians).
Ed è poi una primavera perplessa che partorisce il proto-dub isolazionista The Spring - Ketjak- The Ramayana Monkey, dove fioriscono loops ed echeggia la danza esorcistica balinese.
La genetica trasponsonica ci ha sempre parlato di
un'altra razza, di cui vengono tratteggiati ulteriori tratti fisionomici.
Un mosaico genetico-mutante la cui traslazione-descrizione sonora non può che essere bioaccumulo sensoriale. Riverberano Throbbing Gristle e Nocturnal Emissions, trafilati per sublimi frequenze d'una estate vietnamite(The Summer-Vietnamese Ca Dao) che ci regala addirittura messaggi positivi: rispetto degli avi, pratiche di non-violenza. La contro-narrazione, etno-geografica, emozionale, sfrisa certe intuizioni di Ben Frost,da lui lasciate là.
Nell'ultimo brano The Fall-Human Tribes United, linfa kraut rock alimenta unballo noise dalla grana corrusca.
Non si dica che è musica oscura.
Questa è l'angolatura dalla quale nel buio si vede la luce, vibrando di quella sensazione liberatoria. (8)

Dionisio Capuano Blow-Up Gennaio 2021


MSMiroslaw nella terra deserta
Si intitola «The Age of Warm Asylum» il nuovo album dell'artista sardo

Un battito rituale, un synth a planare in forma di drone, ombre di altri suoni a fiorire su questo scheletro minimale: così , avvolto in un alone di magia nera, volutamente povera e indicibile, si apre The Age Of Warm Asylum, il nuovo disco di MsMiroslaw, al secolo Mirko Santoru, già membro Hermetic Brotherhood of Lux-or. Le coordinate delle audiomappe spiegate davanti alle nostre orecchie sono un invito a perdersi nei mari del suono. Less i more, sottrarre è l’operazione più complicata e poetica da fare, qui riuscita in pieno: profezie nere, invocazioni a divinità pagane, celebrazioni della natura, come in un film di Herzog. Frangenti di trip hop sghembo e oppiaceo come un Tricky in tso, estasi che sa di Oriente metaforico e interiore, psichedelia arrugginita e devozionale, una lunga seduta di dream machine, il dispositivo concepito per essere guardato con gli occhi chiusi: aperti verso dentro, come suggeriva Octavio Paz. Musica da ascoltare nello stesso modo in cui si ascolta la pioggia, spalancando le porte che siamo soliti sprangare per tenere lontano l’imprevedibile, tutto quanto viene da oscurità remote. Un tempo in questa waste land viveva qualcuno.Una delle perle di questo scurissimo 2020, dal Logudoro al mondo.

Nazim Comunale www.ilmanifesto.it

Il mare è oltre le montagne, ne senti il battito continuo.
Il sole è alto è cuoce indifferente.
Ci sei o non ci sei, sperso e affamato come al solito.
Brutte cose da guardare, brutte storie da ascoltare.
Chiudi il buco e scava, mandali a fare in culo e guarda oltre.
Annaspa e riemergi, annaspa e riemergi, ogni volta una rinascita sporca e urlante.
Il mondo mi trapassa, l’abbraccio e ascolto, in sincronia come mai capitato prima (il rifugio è decrepito, l’attesa tesa di un segnale).
Nel frattempo tengo il corpo in movimento al ritmo delle maree.
Macomer trasmette, siate pronti a ricevere.

Voto: 8 Marco Carcasi www.kathodik.it

Mirko Santoru ci rivela ormai da tempo, attraverso le sue molteplici incarnazioni (Hermetic BrotherHood of Lux Or, MSMiroslaw e EtnoPsychic Trip Project) svariate visuali sotterranee della Sardegna arcaica, quella dei miti ancestrali legati alla terra e quindi al profano, ma anche al sacro, inteso come venerazione di forme divine perse nei meandri del tempo, probabilmente legate ai culti di una civiltà pre nuragica evolutasi ancor prima di quella egizia e poi, misteriosamente sepolta nella dimenticanza. Le grotte sono forse metafore di cunicoli e anfratti dove cielo e cuore del mondo provano a stabilire un collegamento le cui frequenze sono disturbate dalle traiettorie intrigate e dalla difficoltà della luce di permeare l'oscurità. In questo ultimo lavoro, molto più personalistico e strutturato, è lui mente e braccia, per cui si va con la sigla MSMiroslaw e "The AAAGe Of Warm Asylum", delinea molto bene la concezione filosofica ed esistenziale del suo autore. Registrato guarda caso alla Nasprias Cave di Macomer. Nelle note scritte di accompagnamento si legge un termine esiziale per stabilire l'approdo concettuale di tutta la ricerca di MSMiroslaw: anthropewerrior, ovvero l'antropoguerra dei sapiens per rimanere al centro del controllo del sistema in un momento in cui la natura scatena tutte le sue forze di rivolta. Ed ecco allora che i 'senza asilo' siamo tutti noi alla deriva in un ambiente che non vuole più accoglierci, costretti a staccarci da ideali braccia materne di una natura-casa e dimora che non vuole più nutrirci e ristorarci. Ovviamente per colpa della nostra avidità e superbia. I quattro meravigliosi paesaggi sonori sono quindi delle forme rituali di riconciliazione, un modo per far ritornare l'uomo nelle viscere della madre depredata e ritrovarvi alcova embrionale attraverso un ritorno alle origini, nella nudità di una palingenesi. Quattro ideali stagioni del cuore attraverso le quali passare per riprendersi l'innocenza. The Winter (Maria Sabina And The Tuvinians) è una lunga stringa sonora plasmata con micro variazioni che man mano acquista consistenza materica fino a diventare entità sovrastante e inquisitrice. Le stratificazioni di rimbombi e battiti ci lasciano intravedere dei paesaggi desolati forgiati dall'uomo. Vi è ambivalenza e continuo alternarsi tra due forme altrettanto violente di alterazione degli equilibri armonici, la civiltà rurale e quella industriale che deformano e derubano, inaridendo e impoverendo. Poi queste pulsazioni a tratti stranianti e a tratti primitive e grezze defibrillano in vacuità oscure e senza più consistenza. The Spring (Ketjiak - The Ramayana Monkey), con le corde pizzicate del famoso teschio di cavallo e sussurri di smarrimento che spezzano le folate lugubri del synth, sembra proprio voler lasciare spazio a uno sguardo nostalgico sul tempo perduto. Ci sono giochi di riverberi e riflessi che impattano su barriere e ostacoli capaci di deviarne il flusso, trasmettendo un senso di esasperazione e al contempo di ostinazione. Molto suggestiva la spirale di cut up e flashback di The Summer (Vietnamese Cao-Dao) che è come una rivelazione della nostra parte spirituale e umana che si fatica a mettere a fuoco. The Fall (Human Tribes United) è invece una forma di resa e ritrovata consapevolezza. Un delirante sabba di espiazione e spoliazione, un tribale culto iniziatico passante per un estremo liminare di premorte e trance. MSMiroslaw è lo ierofante che ci riconsegna una visione nuova e sovraestensibile. C'è l'approdo e c'è una nuova contemplazione delle stelle.

Voto: 8/10 Romina Baldoni www.distorsioni.net

Il suono ipnotico e tagliente di una terra antica, in bilico tra rimandi ancestrali ed echi di decadenza industriale, che si espande arricchendosi delle influenze di paesaggi geograficamente distanti ma culturalmente affini. Prosegue il fertile lavoro di esplorazione entografica che unisce musica e antropologia curato dalla Trasponsonic di Macomer, arricchendosi di un nuovo capitolo che vede Mirko Santoru, principale artefice del collettivo e attualmente unico intestatario insieme a Laura Dem del marchio Hermetic Brotherhood Of Lux-Or, tornare a vestire i solitari panni di MSMiroslaw.

Registrato ancora una volta nella cava di Nasprias, questo nuovo rituale sonico intriso di grave sacralità si compone di quattro lunghi tracciati nutriti da una pulsante combinazione di trasfigurate risonanze acustiche e dilatate frequenze sintetiche. Assenti sono le modulazioni vocali di Santoru che interamente informavano il precedente “Organes De La Voix, Chants Funėbres Pour AHYHW”, qui sostituite da manipolati campioni provenienti da canti e tradizioni di culture differenti che ibridano l’atavico legame territoriale che muove l’intera ricerca del musicista sardo.

Le istintive trame scolpite in tempo reale e rifinite con l’aggiunta di mirate sovraincisioni, assumono così la forma di un trasversale immaginario che definisce il succedersi delle stagioni attraverso una sequenza di ipnotici flussi scanditi da marcate linee ritmiche. Ci si muove tra algidi vapori strutturati da battiti mesmerici dall’andamento quasi marziale di un inverno che incrocia reminiscenze sciamaniche mazateche e animismo nord-orientale, convulsi soffi primaverili spinti da ossessive percussioni che inglobano canti balinesi e oblique derive estive pervase da lisergiche dissonanze e religiosità del Sud-Est asiatico.

Da tutto ciò scaturisce una visionaria traiettoria cinematica, mai come adesso accessibile anche se permeata da mistero e simbolismo, culminante in una travolgente danza dai sentori tribali che idealmente fonde in un comune rito le etnie del mondo, riunite per estirpare dalle viscere della madre terra l’antitodo per combattere il veleno che intossica la nostra contemporaneità.

(20/11/2022) Peppe Trotta www.ondarock.it

La porta di un’antichissima domus de janas abbraccia il nostro pianeta sulla copertina del nuovo lavoro di MSMiroslaw: forse è questo il rifugio caldo a cui allude il titolo, per quanto, probabilmente, il momento in cui possa prendere forma non è ancora quello che stiamo vivendo. Il simbolismo evocato è tuttavia forte e, nonostante il periodo poco propizio, l’arte deve indicare la via; THE AAAge of Warm Asylum lo fa cercando un contatto fra culture lontane tramite lo spazio, il suono e il tempo ciclico. Affrancandosi quasi completamente dalle sonorità post-industriali che caratterizzava le precedenti uscite per approdare a lidi dove l’ambient sposa il field recording etnografico e i ritmi dub – ma senza perdere l’afflato sacrale proprio delle produzioni Trasponsonic – il lavoro si snoda lungo quattro tracce meditative che seguono il succedersi delle stagioni, toccando ogni volta una diversa area del pianeta. In The Winter (Maria Sabina And The Tuvinians) i synth disegnano suoni circolari mentre i battiti, lenti e corposi, scandiscono il cammino che ci porta dagli altopiani del Messico a quelli siberiani; in primavera siamo a Bali, dove melodie sintetiche, corde e fiati crescono per accumulo di voci e rumori frenetici che scuotono il corpo e l’anima; trascorriamo l’estate nel sud-est asaitico, fra pesanti scansioni ritmiche e voci captate nei villaggi e infine, in autunno, ci ritroviamo tutti a chiudere il cerchio, in una cerimonia confusa, ipnotica e liberatoria che va sotto il nome di The Fall (Human Tribes United). Forte di un’identità salda e definita, MSMiroslaw intraprende un giro del mondo alla ricerca di entità e culture che sente vicine – non su basi intellettuali o ideologiche, ma perché animate da un comune sentire – con le quali l’incontro diventa scambio proficuo e non fusione indistinta e al ribasso. È questo un lavoro intenso ed emozionante che, idealmente, può costituire la prima pietra per la costruzione di quel riparo accogliente di cui parlavamo all’inizio.

Emiliano Zanotti www.sodapop.it



Musica industrial di qualità dalla Sardegna

Quando iniziano le prime, cupissime, note di "The Spring", seconda traccia di questo "The AAAge of warm asylum" l'ascoltare ha due (sole) possibilità: o è, già, fuggito, quasi annichilito da una serie di suoni, arrangiamenti e orchestrazioni a cui l'orecchio medio, ahinoi, ormai non è più abituato, neppure in ambito industrial, oppure è completamente conquistato. Inutile dirvi che noi abbiamo scelto, anzi ci siamo trovati proprio coinvolti nella seconda opzione. Già perché il lavoro firmato da MSMiroslaw è un lavoro grande e gigantesco, anche un po' folle ma che abbiamo apprezzato tantissimo.

E ci è piaciuto, continuando in una logica binaria, almeno per due ordini principali di motivi: il primo è che si sente tantissimo, praticamente in ogni singolo "refolo di suono", l'idea che muove il disco, un'idea di musica militante e unica nel suo genere, con proprio regole, caratteristiche e logiche di ingaggio. La seconda motivazione, ancora più profonda, se possibile, è che al netto delle orchestrazioni raffinate e dei periodi sonici lunghi e tortuosi, qui non si ha mai paura. Non si ha mai paura di sperimentare, di osare, di spingersi un po' più in là. E in un mondo della musica, anche di quella industrial, in cui osare sembra dover costare troppa fatica per gli artisti, meno male che, ogni tanto, "arrivano" dischi così. Consigliatissimo per i cuori coraggiosi. 

Mattia Nesto www.rockit.it

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