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MSMiroslaw - Libido

by Trasponsonic Records

supported by
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about

Recorded and produced at Nasprias cave in winter 2015-2016
MsMiroslaw: sacred horse skull, voice,clarinet,trumpet,launeddas
percussions,sinths

Guest:

Laura Dem <cosmic drones> on The man who died, model

Inspired by C.G. Jung "Wandlungen und symbole der Libido"
Thanks to D.H. Lawrence

credits

released March 21, 2016

Nuove espressioni di Musurgia Mirifica emergono dalla Notte
verso nuovi orizzonti, tentativi di restituire all'azione il suo stato primigenio, ovvero devastare le produzioni dell'arte
del lavoro, dell'industria.
Profanazione e saccheggio della Natura.
Abbondanza, fecondità, turbine, delirio,
tranquillità profonda, deserto, baratro.
Appetito cieco, smania inconsulta nella via del Ritorno.
Il collettivo Trasponsonic di Macomer, sta ricostruendo un importante percorso demo-etno-antropologico che guarda al futuro rivalutando le origini. Lo fa riscoprendo la capacità performante di tutte le forme dell’arte e mettendo in campo sinergie multimediali con una forte connotazione filologica. In questo senso si attiva un’attitudine alla trasmutazione che ricerca continuità nel divenire, in un ricongiungimento ideale tra ancestrale e futuribile. La Libido non è altro che la psicologia del sé, la ricerca materiale di oggetti identificativi. Questi oggetti del sé possono essere le origini, le radici culturali, ogni contenitore ideale di esperienze, capace di plasmare interiorità. Ci nutriamo quindi di stimoli esterni per autenticare la nostra vera natura. Sviluppiamo patologie e frustrazioni laddove istinto ed energia non possono essere incanalate verso bisogni espressivi a tutto campo, verso quella che può definirsi una forma di realizzazione spirituale ed empatica.

MS Miroslaw, con questo secondo lavoro, “Libido”, ricongiunge il discorso etnografico e psicologico impalcato dagli Hermetic Brotherood Of Lux-Or e dallo stesso collettivo (con il recente DVD autoprodotto “La Rivolta di Iside”) in una parabola di ieratica eloquenza. Conia il post italian psycho world come forma mutante dell’italian occult. The Men Who Died (In The Arms of Isis) è la cinematica di un’alba apocalittica, la poetica di un risveglio sensoriale. Sacrale, oscura, satura di riverberi che rimandano ad una dimensione senza tempo in un primordiale amniotico e ottenebrante.

 

Christna Of The Tree Of Life con le caratteristiche propagazioni secche del teschio di cavallo eletto a strumento evocativo. Una danza alla madre terra dal titolo eloquente, Return To The Mother (Ode to I) rende molto bene l’idea di una sinuosità degli interstizi, della profondità. Di una dimensione remota da sé e dell’altro da sé e delle contorsioni spastiche e sofferte della ricerca. Tutto si gioca nella tensione sottile e psicotica dell’amplificazione, della forza energetica dell’onda sonora che compie traiettorie capaci di riannodare i fili spazio temporali, fino a portare ad una sublimazione interiore che diventa luce, sguardo nuovo, ricongiungimento, armonia cosmica. Libido come conoscenza, liberazione, riappropriazione simbolica, entropia. Rise Again to The East è l’apertura, lo schiudersi ad una ritualità corale per ritrovare sensibilità e visione nostalgica.

Il senso del sacro, la scenografia da cerimoniale ha in sè una simbologia complessa e apparentemente inspiegabile, vi confluisce la dimensione antropologica e la sua rappresentazione astratta, visionaria, immaginifica e misterica. Babel (Death Of The Sun Worship) è un flusso multisensoriale che si apre a percezioni invisibili e parallele, il flusso del divenire, la vibrazione dell’universale che si svela congiungendo passato e futuro, sacro e arcaico, intimo e metafisico.
Voto: 8/10 Romina Baldoni www.distorsioni.net


Libido, lo si evince dal nome stesso, è un viaggio attraverso particolari pulsioni sessuali e simboliche, evidente il riferimento alle teorie “junghiane” che lo stesso musicista non manca di citare nel booklet, con foto di copertina ove campeggia una donna con gli occhi bendati. Il “desiderio”, insomma, si fa musica per mezzo dei consueti strumenti auto-costruiti e non solo (sacred horse, clarinetto, launeddas, percussioni e synth), utili a formare una rete fitta e impenetrabile di drone affascinanti e va da sé sottilmente sensuali: ad esempio il richiamo portante del fischio in “Christina On The Tree Of Life”, con base che più passano i minuti e più assume la forma di ebbro rito pagano, ma a chi conosce bene il lavoro e il percorso artistico del musicista sardo non dico niente di nuovo. Devo ammettere che questa volta egli riesce a metter su una totale variazione sul tema, che era difficile da ripetere dopo lo sfiancante lavoro svolto su Rebirth Invocation: lì i risultati erano notevoli, qui si sfiora addirittura la catarsi vera e propria, c’è pure una tromba solitaria a spiazzarci durante l’ascolto della dolente “Return To The Mother (Ode To λ)”, mentre i detriti chitarristici (probabile metafora di un inesorabile senso di incombenza) in “Rise Again To The East” fanno discretamente male alla testa; la chiosa di “Babel (Death Of The Sun Worship?)” sarebbe poi capace di tramortire anche il più pervicace degli individui posseduti da questa “libido”, in fin dei conti dualistica ed opprimente.

Libido è composto da materia che sfugge alle definizioni. Come un libro che una volta aperto vi narra di storie che non comprenderete mai fino in fondo, ma che sin dalle prime frasi vi rubano l’anima e il desiderio.

Maurizio Inchingoli www.thenewnoise.it

Progetto dai connotati oscuri e misteriosi questo di MS Miroslaw proveniente dalla Sardegna e, per la precisione, da Macomer dove opera il collettivo multimediale Trasponsonic di cui fanno parte. La precendente incarnazione di MS Miroslaw si chiamava Brotherhood Of Lux-Or ed era la chiara testimonianza dell’esistenza del lato occulto del collettivo. Questa continua ricerca delle proprie tradizioni culturali e del proprio passato ancestrale si concrettiza ora con MS Miroslaw, duo formato da Miroslaw e da Laura Dem. L’obiettivo di questa musica e’ quelo di mettere in contatto l’ascoltatore con il passato e gli archetipi dell’inconscio collettivo: non a caso nelle note di copertina viene citato Carl Gustav Jung come fonte di ispirazione. I Miroslaw hanno gia’ alle spalle un disco intitolato Rebirth Invocations: il nuovo lavoro Libido si pone cosi’ nel solco del precedente alla ricerca della dimensione piu’ sconosciuta di rituali persi nelle spirali tentacolari del tempo. E’ proprio la parola “rituale” la chiave per entrare nella filosofia di MS Miroslaw: un rituale carico di antica spiritualita’ e di riti dimenticati in cui l’uomo era in contatto con le antiche divinita’ della tradizione. SI possono fare paragoni con esperienze passate come i primissimi Coil (quelli di How To Destroy Angels) e Curretn93 (in particolare il primo singolo Lashtal) ma questo solo a livello di sensazione. In realta’ MS Miroslaw dimostra di avere un’originalita’ e una sua ragion d’essere. La strumentazione usata e’ molto particolare e prevede l’uso di percussioni, fiati, synth e anche di una testa di cavallo modificata. La musica e’ molto minimale, cupa e monotona, quasi una sorta di psichedelia nera che mira a proiettare l’ascoltatore verso una percezione piu’ profonda della realta’. Anche i titoli delle tracce rcome “The Man Who Died” (In The Arms Of Isis), ” Retun To THe Mother” e “Babek (Death Of The Sun Worship?) rendono bene l’idea del sostrato concettuale. Consigliato caldamente ai viaggiatori cosmici e ai seguaci delle esperienze musicali piu’ occulte.

Cesare Buttaboni www.versacrum.com

Ritualità industriale, etno-antropologia occulta, tradizioni ancestrali della cultura sarda. Sono la linfa vitale che scorre nelle vene del collettivo Trasponsonic di Macomer, nel nuorese, esperienza avant-psichedelica performativa concepita, sul finire dei 90, da Mirko Santoru - demiurgo degli Hermetic Brotherhood of Lux-Or - che negli anni ha immesso nel circuito sperimentale italiano opere a nome 1997EV, Hameloh, Plasma Expander e Fuzz Orchestra.
Negli ultimi tempi Santoru, svestiti i panni di "gran maestro" dell'organizzazione iniziatica in musica, si è concentrato sul suo nuovo progetto, M.S. Miroslaw, la cui opera prima "Rebirth Invocations", condivisa con Simon Balestrazzi, è riuscita a stregare nel 2013 un altro venerato Maestro: Julian Cope.

Registrato nella cava di Nasprias, uno stabbio perduto tra i vigneti del Marghine, "Libido" prosegue, in un certo senso, il percorso di "rinascita" sensoriale avviato con le oscure invocazioni dell'album precedente. E lo fa attraverso l'ondeggiante misticismo sprigionato da "The Man Who Died (In The Arms Of Isis)": una profonda salmodia costruita a quattro mani con Laura Dem su strazianti bordoni vocali, suggestioni post-industriali e tappeti kosmische.
Anche in questo caso, protagonista assoluto delle composizioni di Santoru è il "sacred horse", ossia un teschio equino "preparato" sul quale sono impiantate delle corde che, pizzicate o sfregate, producono un suono processato con effetti analogici e digitali. In "Christina On The Tree Of Life", l'aria si fa gravida di un'atmosfera apocalittica, amplificata da un lugubre sibilo in salsa western-metafisico che smuove la terra e gela il sangue.

La lenta danza "Return To The Mother (Ode To L)" annuncia, tra percussioni sinuose e fiati ipnotizzanti, la celebrazione sciamanica "Rise Again To The East", uno degli apici di "Libido", in cui il rumorismo primitivo dei Terroritmo (poi evolutisi in Wakinyan) incontra il paganesimo sudamericano scandagliato dalla sapienza di Jorge Reyes. A concludere questa seconda esperienza a nome "M.S. Miroslaw" è il flusso ambient-industrial di "Babel (Death Of The Sun Worship?)", in cui i quattro elementi della Natura si fondono generando nient'altro che puro caos.

Davide Tucci www.ondarock.it

Delicato ma penetrante, il lavoro di Mirko Santoru ritorna con il progetto MSMiroslaw che già avevamo apprezzato nel 2013 (Rebirth Invocations). Registrato nella cava di Nasprias in Sardegna il disco si snoda attraverso un incrollabile salmodiare ascensionale dove ancora una volta è protagonista il sacred horse: un teschio di cavallo trasformato dall’artista in uno vero e proprio strumento a corde. Impossibile non farsi trascinare dal flusso sonoro che attraversa le cinque tracce del lavoro: una corrente calma, ma inarrestabile, con il pelo leggermente increspato da venti contrari che impercettibilmente spostano il nostro viatico dal centro verso le oscure sponde. Se siete rimasti stregati dagli Hermetic Brotherhood Of Lux-Or o se avete mai ascoltato i Plasma Expander qui troverete pane per i vostri denti. Spegnete la luce, fate partire la prima traccia e godetevi l’infinito. Magari succhiando pane carasau intinto in un bicchiere di Canonau.

Emiliano Zanotti www.sodapop.it

Il secondo atto di MSMiroslaw, guarda oltre i resti ancora caldi, del falò che ha rischiarato la notte. Restan solo le braci immerse nel buio e il nuovo giorno che tarda a mostrarsi. In silenzio si osserva il circostante oppressivo, una frequenza dolorosa a martellar fra le tempie. Ciò che la parola non riesce a esprimer, lascia il corpo in preda a un tremito. In silenzio si osserva il circostante. Una leggera foschia a confonder nel paesaggio i reperti industriali abbandonati. Capannoni in disuso, animali stretti fra loro nel gregge, tracce di ruggine sparse in terra. Trasponsonic non lusinga carezzevole, quel che offre son spaccati di ribollente, arcaico e aspro mutismo (non domo). Perlustrazioni attonite e radenti, quel tanto che basta per inalar l'odore d'umido che le grotte rilasciano. C'è pace in tutto questo disordine. E non si intravede nessun domani in arrivo. Oltre il mare e le spiagge affollate, l'interno è un grumo rappreso e non conciliante. Questa è l'isola. L'urto del post punk, raggomitolamenti industrial, indicazioni cosmiche, antropologia astratta fuori dal tempo. Un rituale misterico che affascina e intimorisce.

Marco Carcasi www.kathodik.it

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